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Il Blog di Brokey

Quanto costa il riscaldamento a pavimento e come funziona

riscaldamento a pavimento

A chi non piacerebbe trovare il modo per avere in casa una temperatura sempre ideale e, al contempo, tenere sotto controllo spese e consumi, anche nelle giornate invernali più fredde? Forse stai pensando che sia una missione quasi impossibile. In realtà, i sistemi per raggiungere questo equilibrio perfetto esistono! L’impianto di riscaldamento a pavimento ne è uno.

Come funziona il riscaldamento a pavimento

Esistono 2 tipi di riscaldamento a pavimento:

  1. il riscaldamento a pavimento ad acqua, che sfrutta acqua calda proprio come il tradizionale riscaldamento a radiatori
  2. il riscaldamento a pavimento elettrico, che usa l’energia elettrica. In questo caso, l’impianto può essere collegato a fonti di energia pulita come i pannelli solari, riducendo ulteriormente sia i costi in bolletta, sia l’impatto ambientale.

Nel caso di impianto di riscaldamento ad acqua, le componenti sono:

  • pannello isolante: solitamente è un pannello in polistirolo o sughero, caratterizzato da incastri e nocche appositamente pensati per l’installazione dei tubi. La qualità del materiale del pannello impatta molto sull’efficienza dell’impianto e, di conseguenza, anche sui consumi
  • foglio in PVC rigido: fa da sostegno al pannello isolante, rendendolo più solido e proteggendolo dall’umidità
  • tubi: possono essere in polietilene o in rame e devono essere particolarmente resistenti a corrosione e schiacciamento. Una volta incastrati sul pannello isolante, creano un percorso che permette all’acqua calda di riscaldare l’intera superficie del pavimento
  • massetto: è il materiale con cui viene ricoperto l’impianto per permettere una diffusione uniforme del calore. Di solito è in calcestruzzo ed è importante che sia più sottile possibile per ridurre i tempi di riscaldamento
  • collettori: consentono apertura e chiusura del flusso d’acqua dalla caldaia ai tubi e viceversa.

riscaldamento a pavimento

Fonte: Pinterest

 

Nel caso di impianto di riscaldamento elettrico, i tubi vengono sostituiti da resistenze elettriche spesse alcuni millimetri e posate direttamente sotto al pavimento, senza bisogno del massetto.

In entrambi i casi, le temperature raggiunte dall’impianto sono notevolmente inferiori rispetto al tradizionale riscaldamento a radiatori: si parla di 30°- 40° invece di 70°.
Diminuendo la differenza di temperatura tra il corpo radiante e l’aria, cambia in principio con cui il calore si diffonde nell’ambiente: non più per moti convettivi, cioè tramite il rapido movimento di masse d’aria che si riscaldano velocemente, ma per irraggiamento, fenomeno in cui l’aria è praticamente immobile e si scalda più lentamente.

Questi aspetti comportano alcune importanti differenze:

  • l’ampia superficie del corpo radiante permette una diffusione uniforme del calore in tutta la stanza
  • l’impianto è invisibile e non ingombra, perciò si avrà maggior libertà nell’arredamento
  • il riscaldamento a pavimento è il più indicato per chi soffre di allergie o altri problemi respiratori, perché i minimi movimenti dell’aria non sollevano polveri e la ridotta differenza di temperatura mantiene un livello di umidità ottimale
  • gli ambienti impiegano tra le 24 e le 36 ore a scaldarsi e raffreddarsi, a condizione che siano dotati di un adeguato isolamento termico.

Considerate le temperature contenute e la dilatazione dei tempi, la domanda che molti si pongono riguardo al riscaldamento a pavimento è “Scalda adeguatamente la casa?”. La risposta è “sì”, purché si seguano alcuni accorgimenti:

  • a differenza del riscaldamento a radiatori, quello a pavimento non va acceso e spento al bisogno: occorre impostare la temperatura desiderata e lasciarlo sempre in funzione
  • meglio intervenire sulla struttura dell’edificio per evitare dispersioni che potrebbero allungare il tempo necessario a scaldare l’ambiente o addirittura impedire che l’aria mantenga la temperatura ideale.

Queste considerazioni si collegano subito ad un’altra domanda molto diffusa: “Il riscaldamento a pavimento conviene davvero?”. In questo caso, la risposta è “dipende”. Capiamone insieme i motivi.

riscaldamento a pavimento

Fonte: Pinterest

 

Costo del riscaldamento a pavimento

A seconda dei materiali scelti e dei lavori necessari, realizzare un impianto di riscaldamento a pavimento può costare il doppio di un tradizionale impianto a radiatori: sia perché necessita di manodopera altamente specializzata, sia in termini di manutenzione, dato che eventuali guasti, nei casi peggiori, potrebbero richiedere la rottura del pavimento. Ricordiamo però che queste spese iniziali si accompagnano agli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e l’efficientamento energetico, prorogati per tutto il 2019.

Nonostante i costi maggiori e l’attivazione costante dell’impianto, nel lungo periodo questo risulta comunque conveniente, anche per merito degli interventi strutturali associati: le minori temperature raggiunte dal riscaldamento a pavimento, unite a un miglior isolamento termico, consentono un risparmio energetico annuo stimato intorno al 25%, con conseguente diminuzione dei consumi rispetto al riscaldamento a radiatori.
A questo aggiungiamo che si possono tagliare gli sprechi impostando una temperatura per ogni stanza e che l’impianto ad acqua può svolgere anche funzione di raffrescamento, evitando i costi (e i disagi) dei climatizzatori.
Infine, come anticipato, le temperature contenute consentono di collegare il riscaldamento a pavimento elettrico a fonti di energia rinnovabile, limitando ulteriormente i costi.

Senza dubbio, I benefici di questo tipo di impianto saranno maggiori per chi trascorre in casa gran parte delle giornate invernali: pensiamo, ad esempio, a famiglie con bambini o persone in età avanzata, che tengono il riscaldamento acceso per molte ore al giorno. Viceversa, gli stessi vantaggi potrebbero non essere così evidenti per chi è spesso fuori casa per lavoro o nelle situazioni in cui il riscaldamento viene usato in misura ridotta, perlopiù nel fine settimana.

Per decidere quale sia il tipo di impianto più conveniente per sé, quindi, bisogna tenere conto del proprio stile di vita e delle condizioni della propria abitazione, in modo da valutare l’entità degli interventi necessari affinché il riscaldamento operi in modo efficiente.

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